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Giacomo LeopardiFatalmente trainata dal clamore di un film di successo – Il giovane favoloso di Mario Martone, eccentricamente dedicato alla biografia di un poeta, tra i maggiori italiani, che è Giacomo Leopardi – è iniziata in questi giorni la pubblicazione in edicola di una breve collana di DVD dedicati al vate di Recanati.
Diciamo subito che il film di Martone, ben fatto per carità, mi ha lasciato un po’ perplesso, poiché gli unici momenti di vera emozione sono stati quelli della lettura intensa e assai espressiva da parte dell’attore Elio Germano delle poesie e dei testi di Leopardi. Gran merito per l’interprete, ma un po’ poco e quasi una resa per il film, che dovrebbe aspirare a un ulteriore grado di poesia.
Ma tant’è, Leopardi è più forte.
Oggi, ciò che colpisce nella pubblicazione in edicola è lo slogan pubblicitario che è stato scelto per invogliare all’acquisto del prodotto:

«Ieri lo hai studiato, oggi puoi conoscerlo»

un paradosso che, per chi si occupa di formazione, può addirittura risultare vagamente offensivo.
È nota la strategia promozionale secondo la quale, per meglio indirizzarsi al potenziale acquirente, risulti particolarmente efficace metterlo di fronte bruscamente a un’opinione apparentemente comune e condivisa, che però abitualmente non viene espressa in modo chiaro e pubblico, per timore, pudore o semplice disattenzione. Dunque, la frase scelta per il Leopardi in DVD porta con sé una serie di annessi espliciti e nascosti che vogliono evidenziare drasticamente la crisi del sistema educativo e l’emergere di nuovi paradigmi formativi.
Si potrebbe tradurre così la frase promozionale su Leopardi: «Ieri, quando andavi a scuola, lo hai studiato, ma poiché eri a scuola ti è sembrato noioso, inutile, imposto da un’autorità incomprensibile. Alla fine, non hai capito niente e non hai avuto modo di conoscerlo. Oggi, invece, te lo spieghiamo noi, lontani da un luogo polveroso come la scuola, così finalmente puoi conoscerlo e capirai tutta intera la sua bellezza».
Poco importa se ciò che viene detto sia vero, oppure no. Non importa neanche se effettivamente il nuovo prodotto sia in grado, alla fine, di farci conoscere Leopardi.
La cosa da notare è che si vuole far presa su un certo senso comune, incrementandolo ai fini esclusivi della vendita di un prodotto. Si cerca di sottrarre al sistema dell’istruzione un tipico soggetto di trattamento scolastico, la poesia di Leopardi, denunciando apertamente e banalmente il fallimento degli obiettivi di questo sistema – lo hai studiato, ma non lo conosci per niente – e proponendo al contempo un nuovo paradigma formativo, spersonalizzato, solitario, tecnologico e digitale, che vorrebbe sostituire più utilmente quello che ha appena fatto fiasco.
Nel confronto con la pubblicità, la scuola può fare ben poco.
Sebbene l’istruzione erogata dal vivo, in piccoli gruppi sociali strutturati, ossia la scuola, sia diffusa capillarmente e sia ancora il luogo istituzionale privilegiato di sperimentazione della persona giovane nella collettività, pare proprio che il suo scopo originario, l’acquisizione della conoscenza, stia perdendo inesorabilmente terreno e necessiti di un ripensamento.
Forse anche per scoprire davvero che la scuola può essere altro, ma non è più il luogo dove si può conoscere Leopardi.

P.S. La cosa sembra abbia attirato l’attenzione anche di qualcun altro.