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SoleadoIo me la ricordo bene, Soleado dei Daniel Sentacruz Ensemble.
Da bambino, riempiva la testa nel torrido agosto di Montefiascone. Suonava e risuonava alla Fiera del Vino di Prato Giardino del 1974, diventando tutt’uno col caldo, le sudate e i ghiaccioli alla menta. Se la riascolto, sento ancora il sapore e quasi mi si tinge la lingua di verde.
Una melodia semplice e orecchiabile che, come molte volte accade alla musica leggera del nostro Paese, fa un po’ il verso alle arie del teatro d’opera italiano. Per scelta artistica o per difetto d’ispirazione, era priva di testo, ma alludeva così bene al vento estivo in riva al mare, col suo ondeggiante “O – o-o – o-oh!”, che pareva d’essere lì, a camminare sul bagnasciuga nel tardo pomeriggio.

Solo ora scopro che Soleado è da anni divenuta negli Stati Uniti una canzone di Natale, intitolata When a child is born e cantata da moltissimi artisti del calibro di Bing Crosby, Demis Roussos, Plácido Domingo , Sissel Kyrkjebø & Charles Aznavour, Johnny Mathis, poco noto nel nostro Paese, i gloriosi Moody Blues, Sara Brightman, il gruppo musicale Il Divo, la giovanissima Connie Talbot e altri, molti dei quali appartenenti a un certo sottobosco pop che si nutre di cover e, quindi, anche delle canzoni natalizie un po’ mielose, come è diventata la vecchia Soleado.
Certo questo successo fa buon gioco agli autori, gli italianissimi Ciro Dammicco (Zacar), ex leader dei Daniel Sentacruz Ensemble, e il più noto Dario Baldan Bembo, ma anche testimonia la vitalità e la capacità di metamorfosi della musica, della musica pop in particolare.

A Natale tutto si può cantare, anche una canzone calda e estiva come Soleado.

Tra le interpretazioni, per le prossime feste, propongo quella di Andrea Bocelli.
Auguri di un Natale scintillante a tutti i lettori dell’Acciarino!