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FormsRecentemente il Pontificio Consiglio della cultura, in collaborazione con la Congregazione per il Culto Divino, ha elaborato un questionario per le Conferenze episcopali e le diocesi del mondo al fine di realizzare «un’indagine sullo stato della musica sacra in tutti i suoi aspetti (liturgia, formazione, attività pastorale, concerti) con l’obiettivo di riflettere sugli sviluppi nel campo della musica e il desiderio di offrire un contributo al ministero dei musicisti […]».
L’idea di effettuare un’inchiesta attraverso un formulario per conoscere quale sia la prassi della musica sacra nella Chiesa cattolica non è una novità, almeno in Italia.
Per esempio, se ricordo bene, già per il Congresso di musica sacra di Pisa del lontano 1909, il padre Atanasio Taoussi, carmelitano del convento di San Torpè, svolse tra le diocesi toscane un vero e proprio sondaggio, attraverso l’invio di un questionario dettagliato, atto a rilevare lo stato della musica sacra nelle cattedrali, nei seminari, negli istituti religiosi e nelle parrocchie. Ma altre iniziative analoghe probabilmente sono state sperimentate negli anni successivi alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, anche se in ambiti più limitati di quelli a cui si rivolge l’indagine odierna.
Rimando a un prossimo post il commento al questionario 2014, che va letto con attenzione, poiché ogni domanda non ha soltanto il valore di una richiesta di informazioni, ma è anche lo specchio delle esigenze che la Chiesa manifesta e che i responsabili della cultura hanno individuato come essenziali. Per questo mi sembra particolarmente interessante.
Intanto possiamo osservare un interesse specifico e formale da parte delle Istituzioni culturali ecclesiastiche verso l’espressione musicale della Chiesa, fatto che è certamente da accogliere con favore e quasi con sorpresa. È poi da rilevare che si tratta di un interesse che non esprime posizioni teoriche, sganciate dalla prassi reale, ma che parte proprio dall’esigenza della conoscenza di una prassi che oggi non è per niente uniforme, ma al contrario è molto eterogenea poiché è determinata da espressioni culturali diversissime. Speriamo dunque negli esiti di questa indagine, speriamo che le risposte saranno molte da tutto il mondo, che forniscano un quadro il più esauriente possibile e che l’analisi successiva porti a qualche risoluzione che migliori, per quanto possibile, lo stato attuale dell’espressione musicale nelle parrocchie e nelle diocesi.