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Buried by booksAmo i libri.
L’emozione di aprire un libro mai visto prima, così come quella di riaprirne un altro già letto tempo addietro, è senza paragoni. I libri tengono conto del mio passato e aprono l’anima al futuro.
Anche per questo ho fatto tanto per lavorare con i libri.

Da qualche tempo, però, il rapporto s’è incrinato.
Se da una parte le scarpe dei figli hanno raggiunto il 36, il 38 e il 43, dall’altra ormai non salta una settimana senza che porti a casa uno, o due, o anche tre libri, con un ritmo costante e anche crescente. Non ne compro (quasi) mai, ma sembra che tutti vogliano che io legga quello che scrivono e hanno pubblicato. In proporzione inversa, aumentano i volumi e diminuisce, in casa, il volume di vivibilità.
Il guaio è che sono troppo felice di ricevere libri – che in altre età avrei tanto faticato a comprare – ma spesso accade che, arrivato a casa, quei doni graditissimi e preziosi rimangano pudicamente chiusi nello zaino alcuni giorni, per timore di estrarli e dover trovare un posto – in casa – dove metterli.
Senza contare che questa sorta di bulimia cartacea supera di gran lunga le mie capacità di lettore.
Purtroppo, in famiglia non trovo opposizioni che forse mi spingerebbero a mutare direzione, non devo lottare o polemizzare, per questo è ancor più difficile cambiare. Mia moglie che mostra lo stesso mio stupore per un nuovo testo da sfogliare, i figli che spesso vedo assorti nelle letture scolastiche e ripongono accanto al cuscino un’avventura e anche Topolino: un ambiente, dunque, che non ispira certo un pur sbiadito barlume di ravvedimento o un’occasione di svolta. Una vera disdetta!
Quando poi, anche i miei cari contribuiscono a ridurre il volume recando a casa i propri nuovi irrinunciabili volumi, la speranza d’una mutazione s’allontana all’orizzonte.
Vorrei farvi vedere in che modo l’entusiasmo dei nostri occhi, quando presento alla famiglia un titolo da aggungere alla biblioteca, si tramuti presto in compassione, reciproca pietà da scambiare, tacendo, con lo sguardo.
Già una parte della biblioteca è stata trasferita a chilometri di distanza, nella casa dei nonni. Ma quante volte trovo a ripetermi: eppure io quel libro lo avevo, ora vorrei rivederlo e qui non c’è, è fuori al confino!
Le case attuali non son fatte per accogliere i libri: nessuna prevede una stanza adibita a biblioteca. Oppure, al contrario del passato, oggi chi ama i libri non può permettersi una casa che sia in grado di ospitare la famiglia e anche pagine e pagine.
O noi, o i libri!

A proposito, oggi Libreriamo ha organizzato il Booksgiving Day.