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Troppo facile dire: «Canta che ti passa!».
La scorsa primavera sono apparse sui giornali e sui blog varie notizie riguardanti gli effetti del canto corale per la vita di chi lo pratica. Ho provato a fare un po’ di ricerca e i risultati sono stati sorprendenti. Esiste un vero e proprio filone di studi in psicologia, biologia e clinica che si occupa di analizzare gli esiti del canto corale negli individui e nei gruppi di persone.
Dunque, sembra che cantare in coro faccia molto bene alla vita personale e sociale, sia da un punto di vista fisico che psichico.
Proviamo a procedere con ordine.
Nel 2009 l’associazione Chorus America commissiona una ricerca dal titolo The Chorus Impact Study: How Children, Adults, and Communities Benefit from Choruses, nella quale, sulla base di un’accurata raccolta e analisi di dati, si dimostra come la più popolare forma di partecipazione colllettiva all’arte sia proprio il canto corale e come i coristi si dimostrino cittadini eccellenti che partecipano alla vita sociale in modo attivo e creativo. I bambini e i ragazzi che praticano il canto corale ottengono un sensibile miglioramento nel loro rendimento scolastico, mentre i benefici si moltiplicano per i soggetti che subiscono disagi economici e familiari. L’attività corale, conclude il rapporto, deve essere incrementata, poiché ha una forte ricaduta sul benessere collettivo.
Molto interessante è inoltre scorrere gli articoli scientifici proposti dalla Singing and Wellness Resource Guide di Chorus America.
È del 2010 uno studio di psicologia su vasta scala che ha coinvolto ca. 600 coristi inglesi: Stephen Cliff et al., Choral singing and psychological wellbeing. Quantitative and qualitative findings from English choirs in a cross-national survey. Questi coristi hanno dichiarato di trovare nel canto corale un modo per stare meglio, rendendo molto evidente il fatto che la percezione del benessere che proviene dal cantare in coro è forte e positiva. Lo stesso autore, assieme a Grenville Hancox, ha poi esteso il suo studio su un totale di 1124 coristi di Gran Bretagna, Australia e Germania, confermando i dati, più evidenti per le donne che per gli uomini.
In particolare gli intervistati trovano un notevole miglioramento e un effetto positivo nella regolarità e nell’estensione della propria respirazione, dichiarano che la propria capacità di attenzione si è rafforzata, gradiscono il sostegno del gruppo, subiscono uno stimolo ad approfondire le proprie conoscenze e a impegnarsi regolarmente.
Molti altri sono i benefici percepiti e rilevati sperimentalmente, secondo quanto riassunto nel rapporto Singing and Health: Summary of a Systematic Mapping and Review of Non-Clinical Research pubblicato dal Sidney De Haan Research Centre for Arts and Health. Proviamo a elencarne alcuni:
• Rilassamento fisico e riduzione del senso di stress
• Senso di felicità, stato d’animo positivo, gioia, maggiore energia
• Stimolazione delle capacità cognitive: attenzione, concentrazione, memoria, apprendimento
• Senso di essere coinvolti in un’attività che attinge a molteplici capacità del corpo e della mente e che stimola un senso di legame collettivo
• Potenziale contatto personale con gli altri per un rapporto di collaborazione costruttivo
• Senso di contribuire ad un prodotto che è maggiore della somma delle sue parti
• Senso di trascendenza personale, al di là della realtà di tutti i giorni
• Maggior senso di fiducia in sé stessi e di autostima
Ma questo non basta: anche indagini cliniche hanno rilevato i benefici del coro. Già nel 2000, Robert Beck aveva rilevato come durante le prove corali e il concerto, la concentrazione di immunoglobulina A nella saliva dei coristi abbia un incremento fino al 240 %, mentre, al contrario, il cortisolo diminuisce fino a un massimo del 37 %. Per capirci, l’immunoglobulina A è uno dei fondamenti del nostro sistema immunitario, mentre il cortisolo è un ormone che, tra l’altro, aumenta il nostro livello di glicemia. Insomma, chi canta si difende meglio dalle malattie e aiuta a ridurre quelle che ha.
La stessa respirazione, più lenta e regolata di quella normale, contribuisce ad aiutare il cuore, come rileva lo studio di Björn Vickhoff e altri, Music structure determines heart rate variability of singers.
Dunque, in sostanza: cantate e cantate insieme, gente, perché cantare in coro fa bene e allunga la vita!