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Defendente Sacchi

Ottimo divisamento fu sempre mai quello di rischiarare la storia collo studio dei monumenti.

Ho seguito con piacere il recente scambio di opinioni su «La Voce» di Montefiascone (nn. 6-8, 2013) tra Elettra De Maria, Giancarlo Breccola, Marcello Mari e Quinto Ficari. L’oggetto della discussione è il recente libro di Ficari, Est! Est!! Est!!! La leggenda di Defuk … e il mistero di Federico II di Svevia, 2013.
M’intrometto nel dibattito solo perché qualche tempo fa l’autore m’ha spedita in dono una copia del suo libro, pregandomi di eprimere un giudizio franco, senza pregiudizi. Non sono certamente in grado di esprimere un giudizio, e non lo farò. Ma ho pensato di partecipare al confronto con qualche mia dimessa riflessione.

Mi sembra che la questione verta essenzialmente sulla possibilità di conoscere la verità storica di una leggenda: quella del vino Est! Est!! Est!!! e del famoso Giovanni Defuk. Nel nostro mondo contemporaneo, la verità storica è cercata sulla base dei documenti, sul confronto dei documenti: più ce ne sono e meglio è. Laddove non ci siano documenti, ogni ipotesi – anche quella di Ficari – è valida e errata al contempo, ogni verità è impossibile da accertare. Del leggendario Defuk abbiamo soltanto una tarda lastra di peperino con una scritta alquanto sibillina e la leggenda che, diffusa soltanto a partire dal sec. XVI, ci narra una storia che pare sia avvenuta almeno 400 anni prima: nulla di più. In questi termini è certamente impossibile stabilire qualsiasi verità.

Ma allora, non vale la pena neanche di parlarne? No, non credo.
Ritengo invece che il valore immenso della leggenda stia nella sua capacità di essere raccontata ancora, di essere infarcita con nuovi particolari, cambiata quanto basta, nutrita di mistero e di arcani enigmi e, perché no, di essere annaffiata da un bicchiere di buon vino fresco e abboccato.

Ecco perché ho già accolto nella Bibliografia della Leggenda dell’Est! Est!! Est!!! il libro di Quinto Ficari, poiché infonde nuova linfa – e che linfa! Ricchissima e assai corroborante… – a una storia che ci piacerà ancora raccontare e raccontare ancora. E a cui ci sarà così gradito credere e credere ancora, ancorché certi che forse nulla c’è di vero.

Ma, non pago, propongo la lettura di una novella del 1833 di Defendente Sacchi (1796-1840). Il titolo di questo racconto, Est. Est. Est. O il barone Giovanni. Lezione archeologica, ma soprattutto l’Esordio e l’Intermedio, mi paiono davvero in tema.