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Per le scorse festività ho ricevuto in dono uno ebook: si tratta del primo libro digitale che mi sia stato regalato e, per questo, sono grato all’autore che me lo ha donato. Uno ebook non si stampa, e così queste pagine mi hanno accompagnato, sul tablet, per le vacanze natalizie e i primi giorni di ritorno al lavoro, in casa, sul treno, in metropolitana.
Questo libro – si può chiamare ancora così? – mi ha fatto entrare in un gioco di allusioni, paradossi e richiami che è stato alquanto divertente. Lo ebook si intitola, infatti, Elogio del libro su carta, l’ha scritto l’amico Piero Innocenti ed è stato pubblicato dalla casa Editrice Sette Città di Viterbo (ISBN EBOOK 978-88-7853-465-0).
Una prima, ovvia, riflessione va dedicata al connubio tra il titolo e il mezzo, poiché sembra quasi che il nipote – ebook – si metta a raccontare le doti del nonno – il libro su carta. Ma la stravaganza dell’elogio dov’è? Non si capisce bene se sia il giovane ebook ad essere costretto all’umiliazione, per elogiare un più nobile e vecchio antenato cui sta faticosamente rosicchiando favori e spazi commerciali, ma che comunque gli è superiore, oppure sia il grande libro su carta ad essere strapazzato da un ragazzaccio un po’ fanfarone – sempre lo ebook – il quale, in una sorta di strana litote, ne fa il panegirico decretandone la fine e strizzando l’occhio a chi vorrà capire.
Di certo, entrambe le versioni del passaggio da una generazione all’altra dell’avventura editoriale sono vere.
Il piacere di questa lettura, di per sé paradossale, è divenuto ancora maggiore quando mi sono accorto che non si tratta affatto d’una nostalgica difesa del libro tradizionale, ma, essenzialmente, di un libro di iconografia bibliografica. L’autore propone una nutrita serie di immagini di libri e di persone, ognuna commentata e legata a un percorso cronologico che segue tre modelli sacri: san Girolamo, san Paolo e la donna.
Dunque scopriamo un san Girolamo cardinale o dotto umanista davanti al suo libro in forma di codice, oppure emaciato, quasi nudo tra le rocce e in compagnia del libro e del leone ferito. Libro eremita, come il santo, adatto al deserto, unica porta verso un’altra realtà. Oppure san Paolo, per cui il libro si affianca alla spada, con la sua elsa posta di traverso che ci ricorda il Crocifisso. Libro compagno di battaglie e conquiste nella nuova evangelizzazione.
Infine la donna, dalla Vergine Maria che sta leggendo quando viene sorpresa per l’Annunciazione, o d’altra parte la Maddalena che porta la lettura su un piano più terreno e vicino alle comuni lettrici. Donne che leggono la Bibbia, ma anche le rime del Petrarca e per diporto. Le donne sembrano immerse profondamente nella lettura dei libri raffigurati, molto di più di quanto non sembrino gli uomini, forse più impegnati a scrivere i libri.

Ignace Henri Jean Théodore Fantin-Latour, La lecture. 1877
Donne che leggono ad alta voce a uomini, ma anche ad altre donne. Infine donne che trovano nel libro un ulteriore accessorio di genere.

Wong Hoy Cheong, Days of Our Lives. Reading. 2009
Due notizie recenti mi hanno rifatto riconsiderare questa lettura. La prima riguarda il fatto che i giovani italiani ancora preferiscono il libro su carta rispetto allo ebook. Questo dovrebbe farci pensare che siamo ancora antichi oppure che ci salviamo con quel sano conservatorismo tipico della provincia, lontana dalla frenesia dei veri centri della vita contemporanea.
La seconda notizia è il legame inatteso e sperimentato di recente tra i libri – i testi veramente – e l’elica del DNA: estrema evoluzione dello ebook. Noi che lottiamo con gli spazi vitali che i libri ci sottraggono nelle nostre sempre più anguste e inadatte abitazioni, avremmo bisogno di un’elica bibliografica da portare sempre in tasca, in cui archiviare tutti i nostri volumi.
Con un’impaginazione e una sillabazione ancora incerte per via della giovane età, questo ebook si fa strada cantando le lodi degli antenati. E il libro si trasforma nella continuità, secondo una forma che assai si avvicina alla musica o alla religione.